In isolamento uomo che ha ucciso e tagliato a pezzi il padre

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  1. goldrake2
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    In isolamento uomo che ha ucciso e tagliato a pezzi il padre
    Il giovane, 20 anni, è monitorato costantemente nella sua cella

    VENEZIA - Ha trascorso la notte in isolamento nel carcere di Montorio (Verona), controllato a vista dagli agenti della Polizia Penitenziaria, Piergiorgio Zorzi, il 20enne che a Verona il 22 maggio ha ucciso il padre Giorgio di 66 anni e poi lo ha fatto a pezzi, nascondendo il cadavere in un bidone dell'immondizia in garage.

    Il giovane parricida è monitorato costantemente nella sua cella e giovedì sarà ascoltato in Procura nell'interrogatorio di garanzia, ma per gli investigatori caso ormai è chiuso: "Questa mattina - ha detto all'ANSA il dirigente della squadra mobile Gianpaolo Trevisi - invieremo in Procura gli incartamenti che si riferiscono alle ultime persone che abbiamo sentito". Intanto oggi all'istituto di Medicina legale del Policlinico sarà eseguita l'autopsia sul corpo di Giorgio Zorzi.

    Avrebbe potuto essere una lite tra padre e figlio come tante, una di quelle che già per due volte negli anni scorsi aveva fatto salire gli agenti delle volanti al terzo piano del condominio al numero 5 di via S. Euprepio, nel quartiere San Massimo di Verona. Questa volta invece è finito in tragedia l'ennesimo scontro tra Giorgio Zorzi, 66 anni, un passato a respirare polvere di marmo tra il Rosso di Verona e il Travertino di un'azienda lapidea, e il figlio Piergiorgio, 20 anni, un presente da sfaccendato con problemi comportamentali che lo costrinsero tra il 2006 e il 2008 in una comunità per il recupero di disadattati.

    E' bastato il volume troppo alto della televisione durante la finale di Champions League tra Inter-Bayern, il 22 maggio scorso, a scatenare l'inferno, ad armare la mano di Piergiorgio che ha ucciso il genitore e ne ha nascosto il cadavere, dopo averlo sezionato in tre pezzi, in un bidone della spazzatura nascosto nel garage. Un terribile omicidio "scoperto" da un vicino, ex poliziotto, otto giorni più tardi per l'insopportabile odore che arrivava da quel box; un delitto conosciuto solo oggi dalla madre e moglie Angela da settimane lontana da casa per assistere, lei già malata di sclerosi multipla, la mamma ricoverata a Peschiera del Garda. La ricostruzione della tragedia è stata fatta dal capo della squadra mobile della Questura di Verona, Giampaolo Trevisi, che ha ripercorso le ammissioni dello stesso parricida che la notte scorsa è stato a lungo interrogato in Questura a Verona dopo la scoperta del cadavere. Piergiorgio Zorzi ha raccontato agli investigatori tutti i dettagli del "suo" film dell'orrore. Durante il violento diverbio nel salotto di casa mentre sul video Milito faceva impazzire i tifosi nerazzurri "soffocando" il Bayern, il giovane Zorzi ha colpito il padre con due pugni facendolo cadere, ha quindi afferrato un piccolo coltello e tentato di tagliare la gola al genitore. Non riuscendoci, ha preso un coltello da cucina e colpito nuovamente il familiare prima alla gola, poi al fianco e quindi alla schiena convinto di centrare il cuore. Credendo di averlo ucciso, il giovane è uscito sul balcone a fumare, forse anche per controllare che i vicini non si fossero insospettiti per i rumori provenienti dall'abitazione. Ma l'uomo non era morto: ferito mortalmente si era trascinato fino in camera da letto. Il parricida non si è scomposto ha atteso che la sua vittima esalasse l'ultimo respiro, ha chiuso la porta della camera matrimoniale ed è andato al bar a farsi una birra prima di andare a dormire nella propria stanza. Secondo la ricostruzione - confermata al pm Elvira Vitelli dallo stesso giovane - Piergiorgio si è svegliato tardi, ha controllato che il padre fosse morto, ha preso dal cortile un bidone utilizzato per la raccolta dell'erba tagliata e qualche volta per i rifiuti organici e, risalito in casa, ha provato a inserire il corpo nel recipiente. Non riuscendovi ha preso una sega e tagliato entrambe le gambe del cadavere all'altezza del femore. Un lavoro di circa due ore e mezza concluso nascondendo poi il bidone, stavolta con il corpo del padre, nel garage. Nei giorni successivi Piergiorgio ha trascorso le ore in casa ripulendo il sangue schizzato sui muri. Il giovane ha usato stracci da pavimento e detersivi per ripulire le macchie più grosse, ha ridipinto malamente i muri del salotto, un lavaggio che non è stato sufficiente per nascondere il misfatto: oggi la scientifica della polizia ha lavorato ore per catalogare i mille segni della violenza. Per la madre che gli chiedeva al telefono dove fosse suo padre il ragazzo ha sempre avuto pronta una scusa. Dopo alcuni giorni il ragazzo è sceso in garage a controllare che non vi fossero odori strani e ritenendo che tutto fosse a posto aveva richiuso progettando il modo di liberarsi del cadavere pur consapevole di non avere né patente né auto. Ma gli odori c'erano e crescevano, disgustosi. Nauseabondi a tal punto da convincere un ex ispettore della questura di Verona a telefonare agli ex colleghi.

    E' stata la polizia nella tarda serata di ieri, alla luce delle fotoelettriche dei vigili del fuoco ad aprire il garage e a fare la macabra scoperta: dal bidone sono uscite alcune cartacce e un piede. Ce n'era abbastanza per fermare e trascinare in questura Piergiorgio che dopo aver provato a difendersi sostenendo di non vedere il padre da giorni, tra una sigaretta e l'altra è crollato e ha raccontato della sua vita disgraziata. Solo in quel momento si è accorto forse di quello che aveva fatto; ma non troppo visto che mentre lo portavano in carcere ha chiesto "adesso vado ai domiciliari?".
     
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0 replies since 1/6/2010, 12:16   29 views
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